Per  lo statista la politica è una missione.  per il buon governante un servizio; per gli altri tutti gli altri, tanti, troppi, una carriera, il mezzo più facile e più rapido  per arricchirsi. A spese dello stato e dei cittadini. Molti dei quali al posto di questi velleitari imbroglioncelli  non si comporterebbero diversamente. Dall’alto non viene solo il buono ma anche il cattivo esempio. La politica , la buona plitica, la vera politica è una cosa seria. Ma tanti gaglioffi ne fanno il più lucroso di cespiti. Non solo il Senato e la Camera, dove fra una seduta e l’altra, un voto di fiducia e l’altro, si affetta mortadella e si brinda a spumante nazionale; ma anche negli altri Palazzi del potere allignano i profittatori.  Rubano a man salva e vivono con la spensieratezza di chi è certo della propria immunità,  di chi si sente padrone assoluto della propria funzione, che non è mai un buon esercizio del potere.  Sempre pronti a fare prediche dai pulpiti  più screditati, raccomandano virtù di cui sono disperatamente privi, e condannano i vizi di cui sono i portatori insani: Non dicono mail la verità. Colti con le mani nel sacco , negano l’innegabile, protestano la loro innocenza, se la fanno “sotto” ma ostentano serenità,  proclamando di avere fiducia nella giustizia. Si circondono di servi che servono finchè servono e finchè gli conviene servire. Ti promettono la luna nel pozzo,ma entrambi non ci sono più. Trasferita nei paradisi fiscali. Il meglio di sè, lo danno nelle campagne elettorali. Dove, in nome della famiglia mettono le corna alla moglie; in nome della fede violano metà dei comandamenti; in nome della Patria fottono la nazione. Liberarsi di questa razzamaglia non è facile, lasciarla al suo posto sarebbe il suicidio della democrazia.

Ammesso che la nostra ancora lo sia.

vai don Gallo  colpisci come  sai fare tu