“Qui non comanda nessuno” ha scritto l’ebdomadario debenedettiano l’Espresso, un cocchio su cui  non siamo mai saliti e mai saliremo, ma con un eccellente auriga, Bruno Manfellotto, da anni in serpa a daga sguainata. Perché in Italia non comanda più nessuno? Un po’ perché nessuno riesce a comandare, un po’ perché mnessuno è disposto a ubbidire. Ci sono troppi padroni e padroncini e un popolo di pecore anarchiche, conformisti per quieto vivere, per opportunismo, pavidi che non vogliono rischiare, bruciarsi i vascelli alle spalle, fare impunemente i propri comodi  e comodacci senza essere colti con le mani nel sacco. Un sacco che è un vaso di Pandora. I politici non comandano perché non sono più degni di comandare. Si comanda, o si dovrebbe comandare, con competenza ed efficienza, con probità e rigore. Si comanda anche per il potere, ma non solo per questo.  Chi ci rappresenta, o pretende di rappresentarci, pensa alla propria piccola bottega, ai propri miserabili interessi. del bene pubblico s’infischia. Gli sta a cuore, e nel portafoglio, solo quello privato. Salvemini, che se non aveva capito tutto, sentenziò : ” il 10 % dei nostri politici sono la crema del paese, il 10 % la feccia, l’80 % come il paese. Sulla percentuale della crema avrei qualche riserva. La seconda repubblica è stata la miasmatica e inetta caricatura della prima, quando ancora c’erano le ideologie, gabbie perverse che comunque vincolavano a una certa coerenza e a una certa decenza. I transfughi, i giuda, i saltimbanchi erano additati al pubblico ludibrio e gli stessi partiti, comitati d’affari anche allora, ne diffidavano e raramente gli davano asilo. Poi tutti hanno sbracato, a destra e a sinistra. la destra una fricassea avariata, la sinistra cacciucco immangiabile fino al disgusto. In un simile marasma neanche Dionigi Siracusano sarebbe riuscito a farsi ubbidire. Il premier letta, deve fare i conti con compagni di partito che si scannano fra loro come galli da combattimento. Il più pugnace  è il sindaco part-time Renzi, vecchia pappa col pomodoro dicì, biancofiore ribollito, il rottamatore emulo ipertrofico di Obama. La destra appellandosi al liberalismo e al liberismo, si è illusa per anni di comandare e riformare. L unica sua riforma è stata quella scolastica, nota come Gelmini, La quale ha compiuto il miracolo di rendere l’istruzione pubblica, se possibile, peggiore di quella concepita dai predecessori, che già ne avevano fatto scempio. Se i partiti sono ormai ridotti a zattere della Medusa senza rotta e senza bussola, cosa possono fare gli altri poteri, se non avventurarsi in ordine sparso verso incognite derive? Ci vorrebbe un Churchill abbiamo Alfano, ci vorrebbe un De Gaulle e abbiamo Brunetta; ci vorrebbe una Thatcher e abbiamo Rosi Bindi e la Santanchè; ci vorrebbe un Kohl e abbiamo un d’Alema, uomo dalle grandi risorse : tutte sbagliate; ci vorrebbe una Merkel e abbiamo avuto un Monti che per un anno e mezzo ha cinto non uno scettro ma un elmetto teutonico di latta.

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