“[…] e così noi veniamo traghettati dall’antipasto al dolce con questo speciale stato d’animo di indifferenza mortale per il resto del mondo, che si concretizza in frasi molto potenti e bellissime, tipo “ma chi ve se ‘ncula a tutti”, “dovete mori’ tutti”.
Perchè alleata principale della tavola è questa nostra sorprendente capacità di strafottercene di tutto e tutti, grandissimi campioni del mondo siamo in questo: mangia, fottitene e mangia.
Uno dei drammi di questo paese è che il telegiornale passa all’ora de cena, per cui arrivano ste notizie terribili mentre se mangia, mentre le endorfine ci salgono al cervello ce rimbambiscono, che tutto sarebbe diverso se all’ora del tg saremmo anche solo di pochissimo più leggeri e lucidi e invece le notizie che riguardano il paese entrano in casa, rimbarzano su e polpette e se ne tornano nel televisore e noi apatici assorbiamo le notizie più mostruose con dei semplici: “mhmh ‘o vedi? mhmh” […]”

— Gola, monologo scritto da Mattia Torre e recitato per la prima volta nel 2011 da Valerio Mastandrea, qui per intero
“[…] mi ha sempre fatto ridere questo peccato su scala nazionale, perché non solo è un grande vizio collettivo, ma è anche un grande anestetico sociale, a noi ci va bene tutto ma ci devono lasciare il cibo. Mi sembra che in fondo in Italia mangiamo per difenderci, forse persino per contrattaccare. Il cibo è la nostra ossessione monotematica, lo è sempre stato, temo lo sarà per sempre.”

— Mattia Torre in un’intervsta tratta da “il Manifesto, qui