“Siamo qui perchè vogliamo solo passare, per cercare un posto dove ci sia umanità”, sussurravano alla fine, con l’ultimo fiato. Ma la voce degli ultimi si confonde sempre con il rumore delle onde, schiacciata da scogli d’odio.
E qualcuno, rispondendo alla Storia, se la caverà così: non li ho visti, non li ho sentiti. Blace, Macedonia – foto Damir Sagolj

Tu non ricordi più come eravamo

Coi vestiti spesso smessi da qualcuno

Col sogno di un futuro e tanta voglia di cambiare

E la promessa di smettere presto di farci sfruttare

Tu non ricordi più come sei stato

Con le valigie quasi pronte per partire

Col passaporto in mano e una fortuna da trovare

Come nemico una lingua straniera che non sai parlare

Non hai tempo per pensare, non hai tempo più

Non vorrei doverlo dire ma hai fallito tu

Tu non ricordi più dove eravamo

In quelle piazze cercavamo di contare

quando la dignità di essere uomo era un valore

Mescolavamo parole di rabbia e pensieri d’amore

Tu non ricordi più come eravamo

Lungo la strada cantavamo all’avvenire la solidarietà,

grido comune dell’umanità

Di tanti popoli in lotta feroce per la libertà

Non hai tempo per pensare, non hai tempo più

Non vorrei doverlo dire ma hai fallito tu

Tu non ricordi più come sei stato, dalla tua torre non ti frega di nessuno

Con le tue mani in mano stare con quelli votati a scappare

E non avere nemmeno un amico e più niente da dare…

Tu non ricordi più…

Pierangelo Bertoli

Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano,
dal paese dove sono a lavorare,
dove son stato cacciato da un governo spaventoso
che non mi forniva i mezzi per campare;
ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore
e una voglia prepotente di tornare,
di tornare nel paese dove son venuto al mondo,
dove lascio tante cose da cambiare.

E mi viene da pensare che la lotta col padrone
è una lotta tra l’amore e l’egoismo,
è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi,
ed il popolo che vuole l’altruismo;
e non contan le parole che si possono inventare,
se ti guardi intorno scopri il loro giuoco:
con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene,
con le mani ti regalan ferro e fuoco.
Caro amico, per favore, tu salutami gli amici,
ed il popolo, che è tutta la mia gente;
sono loro il vero cuore, che mi preme ricordare,
che rimpiango e che mi ha amato veramente;
verrà un giorno nel futuro che potremo ritornare,
e staremo finalmente al nostro posto,
finiremo di patire, non dovremo più emigrare
perché un tale ce lo impone ad ogni costo.

Ho pensato tante volte che c’è un senso a tutto questo,
quest’amore non ci cade giù dal cielo;
ma parlando della vita, e pensando al mio paese,
mi è sembrato come fosse tolto un velo,
e mi pare di sapere, e finalmente di capire,
nella vita ogni cosa ha un suo colore,
e l’azzurro sta nel cielo, ed il verde sta nei prati,
ed il rosso è il colore dell’amore

Pierangelo Bertoli “Rosso colore”