Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.

ADDIO ALLE ARMI

Fine della retorica. In italiano, come in ogni lingua, le parole hanno un peso: quella dell’Azovstal non è un’evacuazione. E’ una resa. Certo, non una resa umiliante, non ci sono forche caudine. Non una resa vile, c’è un ordine del Comando supremo, e ci sono 80 giorni di resistenza, alle spalle. Ma non è una resa con l’onore delle armi: si finisce caricati sui bus verso un ospedale o verso centri di detenzione, con un futuro da scrivere tra scambi di prigionieri e forse processi. Ma è la fine della retorica, come se l’eroismo fosse un destino rimasto nel ‘900, il secolo cui appartengono gli strenui nazionalismi e i relitti ideologici che in questa guerra affiorano ogni tanto. E’ la fine della retorica: il Corriere della Sera ancora questa mattina racconta i resistenti dell’Azov come “angeli”, nelle parole dei profughi da Mariupol. Gli altri cittadini che hanno raccontato di essere stati usati come scudi umani non fanno notizia, non esistono sono il lato oscuro di Mariupol, città martire che ha cessato di esistere, senza più Azov. Ma intanto questa resa introduce un elemento di umanità in una guerra che finora è stata feroce, e senza rispetto per il nemico, e infila una scelta ragionevole – che senso aveva resistere ancora ? – in uno scenario in cui la ragionevolezza è sopraffatta da altro. Allargare la Nato, aumentare l’invio di armi e di armi più potenti avvicina o allontana la fine del conflitto ? Vincere vuol dire umiliare il nemico o uscire dal conflitto con dignità ? Quali rinunce sono possibili e realistiche per l’aggredito e per l’aggressore ? Resta un buco nero, in quei sotterranei. Le voci -russe- sull’esistenza di un laboratorio chimico e sulla presenza di militari di paesi Nato. Il momento della verità è vicino, perché o ci sono o non ci sono, era un bluff di propaganda. E vedremo se qualcuno resta, come un giapponese in un’isola del Pacifico. E resta una perplessità: “Mariupol è ora in rovina dopo un assedio russo che è costato la vita a migliaia di civili”, scrive Open. Buona parte dell’informaziona italiana ha ieri evitato di notare che il simbolo dello stragista di Buffalo era lo stesso sole nero nazista che sta sullo sfondo del simbolo di Azov, vanno di fretta. Ma forse potevano aggiungere che ieri a Mariupol hanno riaperto le scuole. Certo, faranno lezioni in russo, certo insegneranno la storia a modo loro, certo all’ingresso ci sono le bandiere secessioniste e quella russa non quella ucraina. Ma gli scolari sono veri, e forse era una piccola notizia, oppure gli altri non esistono, sono tutti figli di Putin, sono occupatori del paese in cui sono nati ? Mi ha divertito amaramente quel retroscena del voto devoto all’Eurovision. L’orchestra vincitrice – in rete c’era perfino il video di un resistente dell’Azovstal che canticchiava il refrain nei sotterranei – in realtà era arrivata seconda alle selezioni ucraine. Solo che la vincitrice, una cantante, si era macchiata di un viaggio in Crimea, per un matrimonio di conoscenti. E non si viaggia tra gli altri, che non esistono, squalificata. Fine della retorica, inevitabile quando si è aggrediti, e difficile da evitare quando si va alla guerra pretendendo di non saperlo.

buon pomeriggio

martedì, ora ci si impegna

uno dei miei tanti giorni normali, alla prossima uno di quelli impegnati

ONORE A QUESTI OBIETTORI DI PACE

GUARDIAN: “ CENTINAIA DI SOLDATI RUSSI RIFIUTANO DI ANDARE AL FRONTE ”

A raccontarlo al Guardian è Mikhail Benyash, l’avvocato che sostiene i renitenti. Dato che ufficialmente quella in Ucraina è solo “un’operazione speciale”, chi si rifiuta di combattere rischia al massimo il licenziamento, spiega l’avvocato, sottolineando che nessuno è stato arrestato.

Ma intanto la scarsità di soldati di fanteria sta emergendo come uno dei problemi più importanti da affrontare per il Cremlino. “I comandanti minacciano di mandare in carcere i soldati, ma noi spieghiamo loro che possono dire di no”, racconta Benyash, il cui studio legale è stato contattato da “centinaia e centinaia di soldati”.

“Non vi sono basi legali per avviare una causa penale se un soldato rifiuta di combattere fuori dal territorio russo” visto che non è stata dichiarata una guerra, spiega.

(Remonato Ivan)

buon pomeriggio

Il New York Times, il più importante giornale americano con il Washington Post, ha vinto il premio Pulitzer, pochi giorni fa, con un reportage sui bombardamenti americani in Medio Oriente. Molti bersagli sbagliati, molti civili uccisi, distruzioni spropositate rispetto all’obiettivo dichiarato.

Potrei usare questa notizia in due modi. Il primo modo è dire: vedete, anche le guerre degli americani fanno vittime innocenti. Le guerre sono tutte uguali e tutte ugualmente sbagliate. E in questo caso sarei arruolato tra gli amici di Putin.
Oppure potrei usare questa stessa notizia per dire: vedete, l’America, a differenza della Russia, è un Paese libero. La libertà di stampa c’è per davvero, è un giornale americano che documenta le stragi delle guerre americane, e viene anche premiato. In questo secondo caso sarei arruolato tra i servi della Nato. Purtroppo funziona così.

Eppure la notizia è la stessa. E contiene tutte e due le verità. Tutte e due: che l’America usa con spregiudicatezza la sua potenza militare per comandare nel mondo. E che l’America è un paese libero, e la libertà di stampa, e di espressione, insomma la democrazia, è il vero grande valore che americani ed europei possono mettere in campo contro Putin. Che la democrazia, non per caso, la detesta.
La figlia di Anna Politkowskaya ha detto: i russi non sono abituati a pensare. Noi per fortuna sì, siamo abituati a pensare. Ma non sono sicuro che stiamo impiegando nel migliore dei modi questa facoltà così importante. La guerra rende bellicose anche le parole. O sei con noi, o sei contro di noi. O amico, o nemico. O bianco o nero.

Ai primi dell’Ottocento il filosofo tedesco Hegel spiegò benissimo il grigio, così bene che è una delle pochissime cose di filosofia che ricordo dal mio liceo. Si chiama dialettica hegeliana: c’è una tesi, c’è una antitesi, e alla fine c’è una sintesi. E la sintesi, dice Hegel, è più forte di entrambe, perché le contiene entrambe. Il bianco è solo bianco, il nero è solo nero, il grigio è bianco e nero.

Il grigio non è una semplice somma, è un superamento della contrapposizione violenta.
È il colore della dialettica, è il colore del ragionamento, delle sfumature, è il colore del compromesso, della trattativa, e dunque, alla fine, è il vero colore della pace. Bandiera bianca significa: mi arrendo. Bandiera grigia significa: parliamone da pari a pari. Stasera sventolo bandiera grigia.

– Michele Serra a Che Tempo Che Fa

1950

dice che c’è cardo

Le forze di occupazione israeliane attaccano i palestinesi mentre partecipano al funerale di Shireen Abu Akleh fuori dall’ospedale francese nella Gerusalemme occupata

QUANTO È MALEDUCATO, BRUTALE E DISUMANO QUESTO !?!

🇵🇸 La Palestina sarà presto 🇵🇸 libera

#Repost @supercalifragilistiche

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16 maggio 1944, le SS decidono di smantellare il Familienzigeunerlager, il “campo per famiglie zingare” ad Auschwitz. “Smantellare il campo” è una triste formula che porta con sé allegato il significato di “eliminare tutti gli internati”. E’ consuetudine, ad Auschwitz, che ad una decisione presa dai nazisti segua docile la sua messa in atto, senza ostacoli o impedimenti. Non ci si aspetta che qualcuno tra i reclusi nel lager possa alzarsi in piedi a dire di no: non è mai successo, e diversi anni di esperienza nei campi hanno insegnato questa usanza a prigionieri e secondini.

Ma quel 16 maggio, all’ordine di uscire dalle baracche e dirigersi verso le camere a gas, segue sorda la risposta di chi non ha mai voluto imparare costumi e usanze del posto. In 4.000 escono dai capannoni. Hanno dipinti sul volto i segni della fame e dei soprusi, ma negli occhi brilla ancora una scintilla di dignità che impedisce loro di andare a morire in silenzio. Uomini donne e bambini. Chi armato di spranga, chi di bastone. Alcuni raccolgono da terra pietre e calcinacci, altri si gettano sugli aguzzini a mani nude. Le SS sono costrette a desistere di fronte alla rivolta, sconcertate da una reazione che non pensavano potesse verificarsi e che non si verificherà più.

Lo Zigeunerlager viene liquidato il 2 agosto dello stesso anno, e tutti i detenuti all’interno uccisi. I nazisti hanno smesso di passare i rifornimenti al campo, e i Gitani presi per fame vengono ridotti all’obbedienza e alla fossa.

Si parla poco della morte di oltre 500.000 tra Rom, Sinti e Manush sotto il regime nazista e fascista, e della predilezione che il dottor Mengele aveva nei suoi esperimenti per i bambini zigani. Durante il Processo di Norimberga i superstiti non vengono neanche ammessi come parte civile, e pochi stati attualmente annoverano il Porrajmos (termine che il lingua romani significa “divoramento”) subito dai gitani come parte dei crimini nazisti.

Infoaut

lunedì,ce la fcciamo pure oggi

dal web

un regalo per low 😉 clicca

“E Ofelia con tutti i suoi fiori caduti
Il fiume in lacrime
Le sue gonne si aprirono e si allargarono alle acque
Come una sirena su un fiume che è rimasta per un po’
Ignaro di quello che gli è successo”.

-William Shakespare (Frazione)

Scultura; Sarah Bernhardt – La morte di Ofelia (1880)

Finché due uomini che si baciano faranno più scandalo di due uomini che si ammazzano, nella nostra società qualcosa è da rivedere.

(Stean Ginca)

c’era una volta

buona domenica

Boris Johnson vuole l’Ucraina dentro l’Europa.
Ma lui perché ne è uscito?

Caricare di botte persone che stanno sostenendo una bara è una delle cose più infami che mi sia mai capitato di vedere. Fate solo schifo.

Il 58% dell’energia elettrica del paese e’ rinnovabile e puntano al 100% entro il 2030

Portogallo: il piu’ grande impianto solare galleggiante d’Europa (substack.com)

Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano… bruciano… bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ooohh.”

Sulla strada” di Jack Kerouac,

buon pomeriggio

È arrivato, fresco fresco, l’annuncio. Marine Le Pen ha annunciato in un’intervista a “Le Figaro” che non si ricandiderà più all’Eliseo. “Non mi ricandiderò più alla carica di Presidente, salvo eventi eccezionali. Tre Presidenziali bastano”. Le...

È arrivato, fresco fresco, l’annuncio.Marine Le Pen ha annunciato in un’intervista a “Le Figaro” che non si ricandiderà più all’Eliseo.

“Non mi ricandiderò più alla carica di Presidente, salvo eventi eccezionali. Tre Presidenziali bastano”.

Le notizie, quelle belle.
Sempre troppo tardi, ma meglio tardi che mai.
Almeno questa, forse, ce la siamo scampata. Definitivamente.

(Lorenzo Tosa)

Loro sono le 12 donne afghane che, con una dignità e un coraggio senza pari, hanno sfidato apertamente il regime talebano scendendo in piazza a Kabul per manifestare contro l’imminente obbligo di burqa.

In dodici donne contro un intero regime maschile, uno dei più feroci e oscurantisti al mondo.

Uno dei passaggi più sconvolgenti della legge recita così:
“Le donne che non sono né troppo giovani né troppo anziane devono coprirsi tutto il volto, come indicato dalla Sharia, per evitare di provocare quando incontrano uomini che non siano mahram (ovvero parenti stretti)”.

Per questo hanno marciato pacificamente per 200 metri, prima di essere fermate e respinte dalle forze dell’ordine.

“Vogliamo essere trattate come esseri umani, non come animali in cattività” hanno detto.

Mentre giustamente siamo tutti ucraini, ricordiamoci anche di queste dodici donne eroiche, e delle milioni di donne afghane che abbiamo abbandonato al loro destino.
Un inchino dinnanzi al loro coraggio.

(Lorenzo Tosa)

 

è più facile denazificare l’Ucraina che decoglionizzare l’Italia

do you remember?

In vista della probabile vittoria alle elezioni, Meloni lancia le sue “4M”. Una volta al governo, nessuno la scollerà più dalla poltrona.

Secondo testimonianze e informazioni pubblicate sulla stampa nigeriana, e riportate dalla Bbc, uno studente che si è presentato con il nome di Babangida ha accusato la studentessa di aver postato “un commento offensivo sul profeta Maometto sulla chat WhatsApp di un gruppo studentesco, che tutti hanno visto”. Furiosi per quello che hanno considerato “un insulto”, decine di ragazzi musulmani del Shehu Shagari College of Education hanno deciso di passare all’azione.

“Gli studenti l’hanno trascinata di forza dalla stanza dov’era stata messa in sicurezza dai responsabili della scuola, l’hanno uccisa con la lapidazione prima di appiccare il fuoco all’edificio” ha dichiarato Sanusi Abubakar, portavoce della polizia di Sokoto. La stessa fonte ha annunciato l’arresto di due studenti, assicurando che tutti i sospetti identificati nel video saranno arrestati. Le autorità hanno annunciato l’immediata chiusura della scuola.


buon pomeriggio

“ Perché ce l’ho tanto con Putin? Perché il tempo passa. Quest’estate saranno sei anni che la seconda guerra cecena è iniziata affinché Putin potesse diventare presidente. E non se ne vede la fine. All’epoca i bimbi shahid [martiri dell’Islam] non erano ancora nati, ma dal 1999 a oggi tutte le stragi di bambini – tra le bombe e le pulizie etniche – sono rimaste impunite: i carnefici non sono mai finiti sul banco degli imputati. Putin non l’ha mai preteso, sebbene abbia fama di «amico di tutti i bimbi». In Cecenia i militari continuano a comportarsi com’è stato loro permesso da che la guerra è iniziata: pensano di essere in un poligono di tiro senza nessuno intorno, bambini compresi.
Questa strage di innocenti non ha scosso il Paese. Nessuna televisione ha mostrato le immagini dei cinque piccoli ceceni uccisi. Il ministro della Difesa non si è dimesso seduta stante (perché è un amico di Putin e perché è uno dei papabili alle presidenziali del 2008). Non ha lasciato il suo posto nemmeno il comandante dell’Aeronautica militare. È rimasto tutto com’era. Il comandante in capo non ha indirizzato una sola parola di conforto o di condoglianze a quel padre rimasto solo. Il mondo continua a ribollire attorno a noi. In Iraq sono stati ammazzati degli ostaggi. Popoli e nazioni hanno chiesto a chi li governa e alle organizzazioni internazionali di ritirare le truppe per salvare la vita di quanti stanno facendo il loro dovere. Da noi niente. La morte di quei bambini assurti a martiri non solo non ci ha spinti a chiedere di ritirare le truppe, ma nemmeno a iniziare un dibattito su quanto sta accadendo in Cecenia con l’intento di aprire una strada al dialogo, alla pacificazione, alla smilitarizzazione e a tutto ciò che consegue alla fine di un conflitto.
Perché ce l’ho tanto con Putin? Per tutto questo. Per una faciloneria che è peggio del ladrocinio. Per il cinismo. Per il razzismo. Per una guerra che non ha fine. Per le bugie. Per i gas nel teatro Dubrovka. Per i cadaveri dei morti innocenti che costellano il suo primo mandato. Cadaveri che potevano non esserci. Io la penso così. Altri avranno punti di vista differenti. Nonostante la strage, la gente continua a sperare che il mandato presidenziale si prolunghi fino a dieci anni. Di solito è il Cremlino, nella persona di Vladislav Surkov, a creare l’ennesimo movimento giovanile pro-Putin. Surkov, vicecapo dell’ufficio del presidente, non è solo un gran tessitore di alleanze, ma anche il miglior PR del Paese – dove «pubbliche relazioni» diventa sinonimo di menzogna, inganno e parole invece che fatti. I movimenti politici nati da un decreto del Cremlino sono in gran voga a casa nostra, affinché l’Occidente non sospetti che il nostro sia un sistema monopartitico, autoritario e non-pluralistico. E così spuntano gruppi che prendono nomi del tipo Marciamo insiemeCantiamo insiemePer la stabilità e altre varianti della Gioventù comunista di un tempo. Il tratto distintivo di questi movimenti parapolitici pro-Putin è che il ministero della Giustizia – solitamente incline a creare difficoltà a chi tenta qualche passo in politica – li registra in quattro e quattr’otto, senza lungaggini burocratiche. E come primo atto pubblico il neonato movimento annuncia che si adopererà a favore dell’estensione del mandato per l’amato presidente. “

Anna PolitkovskajaLa Russia di Putin, traduzione di Claudia Zonghetti, Adelphi (collana Gli Adelphi, n°639), 2022⁴; pp. 353-354.

[1ª Edizione originale: Putin’s Russia, The Harvill Press, London (UK), 2004]

Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni”
Jesse Owens (1913-1980) atleta statunitense (velocità e salto in lungo) vincitore di 4 medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936.

Niente tornerà mai come prima.

La tecnologia nucleare EPR (che Berlusconi voleva acquistare da Sarkozy) secondo Nicolas Nace, campainer transizione energetica di Greenpeace France «non è una tecnologia affidabile, non consente il controllo di ritardi o costi. È un fiasco internazionale».

Colpita all’orecchio, sotto il casco protettivo e sopra il giubbotto antiproiettile. Chi ha sparato voleva uccidere. Le testimonianze di un collega, Alì Sammoudi, anche lui ferito al torace, ed i numerosi video che documentano gli spari contro i soccorritori e contro l’ambulanza sono documenti inequivocabili sull’intenzionalità e predeterminazione di uccidere.

Il premier israeliano e la sua macchina di propaganda hanno cercato di coprire le vergogne con le falsità. Ha pubblicato sui social un video di spari da parte di resistenti palestinesi in un quartiere lontano dal luogo dell’assassinio di Shireen Abu Aqila. L’associazione israeliana per i diritti umani B’tselem lo ha smascherato, dimostrando con un sopralluogo, riprese e collocazioni dei due luoghi sulla planimetria della città di Jenin, l’assurdità e il palese tentativo di depistaggio delle insinuazioni governative israeliane (segui in inglese). Fallito il depistaggio, il governo di Tel Aviv ha cambiato linea e ha promesso un’inchiesta indipendente. Lo hanno seguito a ruota libera le diplomazie occidentali, offrendogli una linea di credito immeritata. Ha fatto bene l’autorità nazionale palestinese a raccogliere tutte le prove e le testimonianze, per chiedere un’indagine della Corte Penale Interazionale unico organismo abilitato a inchiodare il governo Bennett alle sue gravissime responsabilità. Perché questo assassinio è un crimine di guerra.”

— Shireen Assassinata a sangue freddo
(via superfuji)

Il governo Sánchez è pronto, infatti, a varare la norma che prevede tre giorni al mese di congedo per le donne con un forte e doloroso ciclo mestruale, la dismenorrea.

Si tratta del primo disegno di legge di questo genere a livello europeo e un cambio radicale nell’approccio a un tema che è ancora lavorativamente e culturalmente un tabù.

Una legge che qui da noi è bloccata dal 2016 e il dibattito fermo alle Elisabetta Franchi e alle donne “anta” e “h24”.

Qualcuno prenda appunti, subito.

(Lorenzo Tosa)

È notizia di pochi minuti fa.

Il pm ha appena chiesto l’ergastolo per i fratelli Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro. 24 anni la richiesta per Francesco Belleggia e Mario Pincarelli.

Tra le motivazioni della richiesta si legge questo passaggio, sconvolgente:

“Il suo corpo è stato usato come un sacco da pugilato”.

Tra 15 giorni la sentenza.

Una sola parola:
GIUSTIZIA. Per Willy e per la sua famiglia.

(Lorenzo Tosa)